Biografia non autorizzabile

Sergio nasce a trani il 20 agosto 1975, ma è un molfettese, (ndr non ho mai capito perché per venire al mondo bisognava spostarsi in altre città, forse i parti erano in promozione in quell’ospedale).
Il giovine sin da piccolo dimostra capacità artistiche e creative, dipingendo le pareti di casa, rompendo e riassemblando giocattoli altrui e facendo le peggiori gaffes che la storia contemporanea ricordi.
Dopo una divertente scuola elementare, una noiosa scuola media e un liceo scientifico lontanissimo da Beverly Hills 90210, decide che vuole fare l’accademia militare e diventare un ufficiale dei carabinieri. A nulla servono i tentativi di sembrare scemo alle prove del concorso, un carabiniere se ne accorge e lo manda via.
Sergio poi vuole fare giurisprudenza, e la fa, ma poi cambia idea, perché crede che lo sport e il tae kwon do siano la sua vita.
Dopo un anno di confusione, guardia costiera, datteri di mare e riflessioni fantapolitiche compra un libro di diplomi universitari e ubriaco apre una pagina a caso e decide il suo futuro.
Sergio ora vuole fare il pubblicitario.
Del resto non c’è mestiere migliore: bella vita, feste, modelle, macchinone, viaggi e droghe varie.
Si iscrive al Dutep (diploma universitario in tecnica pubblicitaria) si trasferisce a Perugia e inizia a lavorare nel settore. Discoteche kitch, baretti di quartiere, parrucchieri a 15.000 lire al taglio diventano i suoi primi clienti di prestigio.
Sergio va in Polonia per una lunga estate a lavorare nelle agenzie pubblicitarie e soprattutto a cercare l’amore facile.
Continua a studiare e poi va a Vilnius in Lituania, visto che l’Est poi non è così freddo (d’estate), e lavora per agenzie pubblicitarie americane.
E’ il momento dello stage e lo fa nel settentrione, con la sua valigia di cartone e il suo Ipod ad audiocassette inizia in Lowe Lintas Pirella Goettche &  Partners, pensando di poter aggiungere il suo cognome alla sigla, ma questo ovviamente non accade.
Per rincorrere il dio denaro si sposta in Ogilvy e si siede su Divani & Divani ma la vita sedentaria lo annoia ben presto.
Sergio è assunto in WLF, ingannato soprattutto dall'acronimo, e assiste alla creazione del network Brand Portal vantandosi agli aperitivi di centrarci qualcosa.
Inizia a pasticciare con Marcello Macchia, e presto vengono scoperti dalla Gialappa’s nel tentativo di furto della loro auto.
Inizia a scrivere, anche se è un art director e  la sua professoressa del liceo l’avesse scongiurato di non provarci mai.
Scrive per Mai dire Grande Fratello, poi per Mai dire lunedì che poi diventa Mai dire martedì, e poi perché no anche per All music e per chi ha la cattiva idea di incoraggiarlo e sottopagarlo.
Contemporaneamente fa l’art director in una nuova agenzia, la Bcube e nella sua carriera crea campagne pubblicitarie stampa e tv per Coca Cola, MINI, Fineco, Emergency, il manifesto, Mondadori, Agos, Banca Woolwich, Pompea e bla bla bla.
Vince vari premi a caso ed è finalista nel festival di Cannes, nel New York film festival, etc. etc.
Per un paio di anni insegna addirittura nel liceo artistico di Piacenza, ma poi si stanca di svegliarsi presto al sabato.
Un giorno si sveglia e si rende conto che la comunicazione è andata più avanti di lui e accetta di fare il direttore creativo in Now Available, una giovane agenzia italiana indipendente (sì esistono!), che ha una visione molto più moderna, anche troppo. Così conosce i veri progetti integrati, l'unconventional, il social e il web che, dopotutto, sembra non sia un fenomeno passegero. 
Siccome ha ancora qualche minuto libero nella giornata decide di insegnare art & copy alla NABA, la nuova accademia di belle arti, di scrivere per floptv, la web tv della FOX, per il programma Tatami di Rai3 e di fare l'autore per lo ZOO di 105, imparando un sacco di parolacce nuove.
Un bel giorno, poi, torna in Bcube da cui era scappato, fa finta di nulla e approfittando che nessuno si fosse accorto della sua assenza, si siede sulla poltrona del direttore creativo associato che nel frattempo era andato a prendere un caffè a Torino.
Zitto zitto continua a lavorare sperando che nessuno lo scopra mai. 
Alla fine, il suo unico problema è che non ha mai smesso di domandarsi dove siano le feste, le modelle e le droghe che gli avevano promesso.

Nessun commento: